Quando si sente parlare di valute, cambi, banche centrali, ecc mi rendo conto che sembrano sempre cose molto astratte e sopratutto di difficile interpretazione.
Questo non deve limitarci nella curiosità che ci spinge a conoscere alcuni meccanismi che le muovono e capire i movimenti del mercato; ecco quindi che provo in poche righe a dare qualche informazione utile.
Come saprai qualche giorno fa La Federal Reserve ha abbassato di un quarto di punto i tassi di interesse portandoli nella forchetta 2-2,25%. Si tratta del primo taglio dal lontano 2008.
La banca centrale Americana è tornata ad abbracciare una politica accomodante (in gergo si dice dovish), senza però dare indicazioni specifiche circa nuovi tagli futuri, anche se ha lasciato aperta la porta a una nuova mossa affermando che agirà in “maniera appropriata per sostenere la crescita”.
La reazione del mercato come avrai visto è stata molto fredda:
- dopo un luglio che ha portato ad aggiornare i nuovi massimi storici dell’indice S&P500, i mercati continuano ad archiviare sedute in calo; probabilmente sarà un agosto volatile.
- Il dollaro statunitense dopo la riunione della Fed è balzato toccando i massimi dal 2017 contro tutte le normali regole e consuetudini dove, ad una politica accomodante (taglio dei tassi) si vede la valuta di riferimento perdere forza
Ma come mai?
Probabilmente questo è dovuto ad un consenso disatteso in quanto il mercato si aspettava un taglio di 0.50% e non 0.25%. Deludendo quindi i mercati si è assistito ad una vendita generalizzata con una diffusa presa di profitto.
Inoltre l’economia americana beneficia ancora di un quadro macroeconomico decisamente più positivo rispetto ad esempio dell’Europa e questo appunto ha fatto rafforzare il biglietto verde nei confronti dell’euro.