Quando senti parlare in questi ultimi anni che il valore di Tesla cresce, che Amazon supera i 1.000 miliardi di capitalizzazione, ecc ecc parliamo sempre di azioni.
Le azioni non sono altro che un pezzettino del capitale della società che acquisti, con diritti e oneri connessi.
Le azioni, come le obbligazioni, possono essere quotate o non quotate (le azioni non quotate ti inviterei ad evitarle) e la quotazione avviene su mercati regolamentati dove si incontrano acquirenti e venditori.
L’azionista è socio della società e quindi partecipa in maniera attiva all’andamento dell’attività economica; questo vuol dire con il possesso dell’azione deriva il diritto ad incassare il dividendo, esprimere il voto nelle assemblee ed anche vedere il valore del titolo salire in caso di andamento positivo della società.
Dall’altra parte in caso di andamento negativo della società si partecipa in ugual modo alle perdite potendosi vedere il valore dell’azione scendere e/o magari non pagato il dividendo che ci si aspettava.
Acquistando azioni il rischio è unicamente quello limitato al valore investito (non è che se fallisce l’azienda sulla quale hai investito 1.000 euro qualcuno verrà a chiederti di versare altri soldi!!!)
Esistono varie tipologie di azioni ma le più conosciute diciamo che sono due, oltre alle ordinarie che sono quelle generiche e descritte sopra.
Azioni di risparmio: non danno diritto di voto ma normalmente prevedono un dividendo maggiore rispetto alle azioni ordinarie
Azioni privilegiate: maggiori diritti sempre sotto il punto di vista economico con magari dividendi maggiori a fronte della possibilità, normalmente, di poter partecipare unicamente alle assemblee straordinarie.
Nell’immaginario comune purtroppo esiste la concezione per la quale investire in azioni vuol dire rischiare il capitale come essere al casinò.
Diciamo che se dovessi scegliere se acquistare azioni con questa logica oppure mettermi un bel vestito e andare al tavolo del black-jack, preferirei quest’ultimo….
Investire in azioni significa partecipare all’andamento reale dell’economia, vuol dire poter diventare imprenditori in un business che magari conosciamo poco e al quale sarebbe difficile parteciparvi con le sole nostre forze.
Facciamo un esempio semplice:
immaginiamo di avere il nostro lavoro, la nostra routine e le nostre passioni. Siamo in una giornata qualunque e ci vengono delle idee, idee brillanti di business. Queste idee ci fanno pensare che potremmo fare un sacco di soldi solo che dobbiamo rendere prima concreta questa idea. L’idea è di consegnare merce a casa delle persone senza che queste, per esempio, debbano spostarsi da casa per fare shopping. Cerco su internet e c’è un tizio che ha già inventato un business simile, l’azienda si chiama Amazon…
Ora a parte l’ironia della favoletta e il nome di Amazon preso a caso, senza esprimere il mio giudizio se possa valer la pena investirci o meno, se ritengo che questa azienda possa andare bene devo acquistare le loro azioni.
Aggiungo però , che proprio ripercorrendo queste ultime righe, diventa fondamentale ragionare come un imprenditore quanto investo in azioni, valutare le opportunità e nel caso fosse necessario, tagliare i rami secchi.
Ti invito ad un’ultima riflessione: si fatica a risparmiare e si cerca di accumulare un pò di risparmi per far fronte al futuro più o meno incerto.
Quel risparmio che accantoni oggi ha un valore che però, per effetto dell’inflazione, lenta ed inesorabile diminuisce il valore del denaro anno dopo anno.
A questo punto l’unica soluzione è investire i tuoi risparmi (attenzione, non dico e non dirò mai che si debba investire tutto il risparmio da parte, sarebbe da pazzi) e devi scegliere se acquistare una parte dei debiti di società o Governi oppure scegliere di diventare socio di una azienda con un business che ti sembra interessante, cosa sceglieresti?