I temi che riguardano l’ecosostenibilità ed ecocompatibilità sono sempre più attuali.
Non si parla solo di “mode” ma di vere e proprie necessità.
Il nostro pianeta è vittima di forti sfruttamenti e la necessità di intervenire è sempre più urgente.
I governi e le istituzioni si fanno sempre più sentire e cercano di sensibilizzare le persone rispetto questi argomenti.
Ne avevo parlato anche in questo articolo citando l’acronimo Esg come un criterio riferito agli investimenti che hanno attenzione rispetto alla sostenibilità https://www.mirkotessari.it/cose-il-criterio-esg/
Il tema Esg è sempre più di largo interesse, sia da parte degli investitori, che da parte dei gestori e da chi fa impresa.
A tal proposito è anche appena stato approvato il nuovo regolamento europeo SFDR – Sustainable finance disclosure regulation – volto proprio a disciplinare il mondo ESG (ne parlerò più avanti perché è troppo di recente introduzione).
Alla base di questa scelta in continua espansione c’è il tema etico ma anche legata alla performance e alla “pubblicità”, la reputazione.
Ti riporto qui sotto una infografica presa da Visualcapitalist dove vedrai le motivazioni che portano a questa scelta e lo spaccato per età di maggiore interesse alla tematica.
Il fattore etico nasce soprattutto dalla problematica dell’Overshoot Day.
Questo termine indica il giorno in cui avviene l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il pianeta Terra è in grado di rigenerare nell’arco dei 365 giorni.
Se vuoi a questo link puoi scoprire, in base alle tue abitudini di vita, quale è il tuo personale giorno di sovrasfruttamento della terra https://www.footprintcalculator.org/ .
Io sinceramente sono rimasto sconvolto considerando che sono vegetariano e cerco di essere attento alle mie abitudini ma evidentemente non basta.
Dagli anni ’70 in cui c’era ancora un equilibro sull’utilizzo delle risorse, con il passare degli anni si è sempre di più eroso questo margine arrivando ai giorni nostri in cui il 22 agosto le risorse sono già esaurite.
Sono tre settimane in più di “vita” per la terra rispetto al 2019, guadagnati unicamente grazie o per colpa della pandemia.
Se hai avuto modo di vedere anche il nuovo documentario Seaspiracy su Netflix ti renderai conto come alla fine sia veramente difficile capire ciò che è green e ciò che non lo è. Ciò che è sostenibile e ciò che invece è solo marchiato come tale senza esserlo veramente.
Ora arrivo al Green Washing, che è il neologismo con il quale si indica un ambientalismo/ecologismo di facciata.
Una sorta di pubblicità ingannevole.
Questo fattore infatti è nato principalmente per definire quelle pratiche di marketing scorrette volte a mascherare criticità di prodotti focalizzando l’attenzione sul sostegno dell’ambiente e tematiche green.
Se come ti citavo all’inizio, i criteri Esg per gli investimenti vengono presi molto in considerazione da numerosi attori sul mercato, puoi immaginare come ci saranno sempre i furbetti pronti ad etichettarsi come eco-friendly senza esserlo veramente.
Si può incorrere infatti nel Green Washing anche negli investimenti.
Per quanto riguarda gli investimenti, i temi di sostenibilità vertono sull’escludere quelle aziende che non sono impegnate nella transizione energetica, favoriscono lo sfruttamento della popolazione o altre tematiche sociali-ambientali.
Come evitare il Green Washing sugli investimenti?
Gli investimenti che sono caratterizzati da temi green, come i green bond o i fondi più genericamente Esg devono avere il loro certificato di qualità.
Devono quindi avere un riconoscimento da parte delle autorità rispetto al loro obiettivo di raccolta e gestione del denaro.
Quindi come per i Green Bond l’obiettivo di raccolta del denaro è quello di essere indirizzato al perseguire obiettivi di transizione energetica ad esempio, per i fondi di investimento (che siano attivi o passivi) ci sono alcune piattaforme di analisi gratuite che forniscono un rating Esg imparziale.
Una di queste è Morningstar https://www.morningstar.it/it/ dove tramite la ricerca per codice Isin dello strumento finanziario possiamo vedere quale sia il suo posizionamento rispetto alla tematica.
Qui sotto ti metto un esempio di un fondo che utilizzo spesso e volentieri e per esempio, sebbene non sia classificato come Esg nella denominazione, è nella media andandolo a vedere nella sostanza.
Significa che nella sostanza nella selezione delle aziende su cui investire predilige quelle impegnate alle tematiche Esg.
Vorrei in ultima lasciarti con una considerazione più pragmatica e personale che spero possa aiutarti nella tutela dal Green Washing.
Come per i prodotti di consumo il marketing d’assalto può portare a vedere tattiche commerciali fuorvianti che mascherano prodotti non rispondenti ai criteri green a prodotti eco sostenibili, questa cosa potrebbe avvenire anche negli investimenti.
Come ho già scritto in precedenza, l’industria finanziaria molte volte mercifica i prodotti e le comunicazioni al pubblico.
Prendere per partito preso il concetto che gli investimenti Green rendano di più non è corretto. Pensare che debba essere pagato di più uno strumento finanziario perché è Green non è corretto.
Tutto deve sempre e comunque rientrare nella corretta pianificazione della propria asset allocation e rispetto ai propri obiettivi di finanza personale.
Tutto va contestualizzato e analizzato con l’occhio dell’investitore per valutarne la bontà e serietà degli strumenti. Se poi questi strumenti sono Esg ed anche efficienti ben venga per l’ambiente e probabilmente anche dal punto di vista della performance vista la grande attenzione e il tema di lungo periodo che impatterà il settore.