La gamma degli strumenti finanziari disponibili è veramente molto ampia.
Ti ho già parlato di obbligazioni, azioni, fondi, etf, certificate e oggi vorrei parlarti dei minibond.
Tutte le informazioni che troverai sono descritte al fine di darti informazioni importanti sul tema ma premettendo che non sono strumenti finanziari sui quali potrai come privato andare ad investire.
I minibond hanno iniziato a far parte del nostro ordinamento con la riforma introdotta dal Decreto Sviluppo nel 2012.
Lo scopo era dare degli strumenti alternativi alle aziende medio piccole, le cosiddette PMI, in modo da slegarsi dal sistema di credito tradizionale composto dalle banche di cui il tessuto economico normalmente è dipendente.
È diciamo un canale alternativo che le aziende possono percorrere per raccogliere denaro senza ricorrere sempre al canale bancario tramite i soliti strumenti dedicati come mutui e finanziamenti.
Questo strumento innovativo è riservato ai soggetti economici che non sono quotati in borsa e l’iter per l’emissione è più agevole e meno costoso rispetto ad una emissione obbligazionaria tradizionale.
Chi decide di emettere minibond, normalmente, lo fa per finanziare piani di sviluppo aziendali, operazioni di investimento, oppure rifinanziare parti di debito in un modo alternativo.
Le società che emettono minibond devono non essere quotate in Borsa, avere una forma societaria di Spa o Srl, avere almeno 10 dipendenti e un fatturato di almeno 2 milioni di euro.
Normalmente questi strumenti vengono emessi da aziende di eccellenza che, tramite queste emissioni, raccolgono capitale per progetti di sviluppo ambiziosi, quindi non possono essere finanziate aziende in crisi tramite minibond.
Chi investe in un minibond sottoscrive strumenti finanziari simili ad obbligazioni normali in quanto pagano una cedola periodica e viene stabilito il rimborso del capitale ad una scadenza prestabilita (sempre salvo fallimento dell’emittente).
Vediamo le caratteristiche principali dei minibond e le differenze rispetto ai finanziamenti bancari per le aziende:
- Durata: medio/lungo termine (da 3 fino a 7 anni normalmente)
- Trasparenza: in quanto una società che emette minibond dovrà avere bilanci revisionati da un revisore o una società di revisione (almeno l’ultimo bilancio)
- Pubblicità: dal momento in cui viene collocato su un mercato dedicato che si chiama EXTRAMOT PRO e quindi le aziende possono aprirsi al mercato dei capitali
- Costi: più contenuti rispetto ad una emissione obbligazionaria anche se potrebbero essere più costosi di un semplice finanziamento bancario (in genere tra 1% e il 2.5% + eventuale costo di quotazione e costo per assegnazione del rating)
- Rating: anche se non obbligatorio può essere richiesto l’assegnazione di un rating che, specie se più elevato, ne aumenterebbe l’interesse da parte degli investitori diminuendone anche i tassi richiesti
- Diversificazione: si parla di diversificazione del debito da parte dell’azienda emittente che può ricorrere a canali alternativi a quelli bancari tradizionali
- Sostenibilità economica: l’azienda dovrà pagare periodicamente i soli interessi periodici agli obbligazionisti e rimborsare a scadenza il debito anziché rimborsare periodicamente parte di capitale (tipologia bullet che è la più utilizzata con rimborso totale del debito a scadenza)
- Agevolazioni fiscali: deducibilità degli interessi passivi, esenzione della ritenuta alla fonte sui proventi corrisposti, deducibilità dei costi per l’emissione
- Centrale rischi: le operazioni di minibond non vengono segnalate in centrale rischi
Va precisato che i minibond possono essere sottoscritti solo da investitori istituzionali come banche, imprese di investimento, sgr, sicav, intermediari finanziari, quindi sul mercato di riferimento di quotazione possono operare solo le controparti qualificate o investitori professionali.
Inoltre, gli investitori qualificati che li sottoscrivono, come anticipato brevemente nelle caratteristiche, hanno un vantaggio fiscale non trascurabile derivante dall’esenzione dell’applicazione dell’imposta sostitutiva del 26%. Un vantaggio non da poco per le banche, fondi pensione e investitori qualificati di lungo termine.
Essendo questi strumenti una via di mezzo, per il profilo rischio/rendimento, tra le obbligazioni high yield e strumenti di private debt, va valutata approfonditamente la concentrazione dell’investimento su singoli emittenti e la solidità dell’emittente stesso.
Queste sono alcune delle principali caratteristiche dei minibond alle quali aggiungo che, come premesso, non possono essere oggetto di investimento da parte di singoli privati ma sono strumenti che si possono tranquillamente trovare in strumenti finanziari sottoscrivibili tramite banche e società di investimento come ad esempio i pir di cui ti avevo parlato approfonditamente all’interno di questo articolo.