Valore e prezzo non sono la stessa cosa.
Il prezzo è quello che paghi, il valore è ciò che ottieni (Warren Buffett).
Il discorso vale praticamente tutti gli ambiti.
Partiamo dal mercato finanziario.
Il prezzo è quello che si forma dall’incrocio tra domanda e offerta.
Nel caso più lampante parlando di una azione quotata, la quantità di domanda incrociata con la quantità di offerta determina la creazione di un prezzo.
Il prezzo di una azione è il frutto delle aspettative di mercato.
Perché il prezzo di una azione, del mercato più in generale, spesso non riflette la situazione attuale bensì la prospettiva futura di quelle azioni o mercato.
L’aspettativa dei flussi attuali e futuri che quell’azienda genera e genererà nel tempo.
Facendoti un esempio, a marzo 2020 con lo scoppio della pandemia, il mercato era sceso non per una situazione reale istantanea di difficoltà (prova a pensare, le aziende il giorno dopo che venne dichiarato lo stato di emergenza non erano cambiate, erano sempre le stesse e i loro dati aziendali e patrimoniali non erano ancora variati) bensì per la situazione che si prospettava di blocco economico ed incertezza.
Incertezza legata ad aziende che avrebbero avuto problemi a produrre, vendere, trasportare merci, e a tempo indeterminato dal momento in cui era una “novità” mai vista prima e con soluzioni al tempo non prevedibili nel breve.
Tornando quindi al prezzo.
Il prezzo delle azioni era sceso, in maniera anche importante, per la prospettiva di flussi futuri incerti e che potenzialmente sarebbero calati per il blocco dell’economia, ma il valore delle aziende si era modificato?
Il prezzo e il valore potrebbero non coincidere.
Il valore è quanto vale quella azienda realmente.
Se l’azienda ha un patrimonio netto di 1.000.000 di euro e ha 10.000 azioni il valore che dovrebbe avere in borsa in un mondo irrealistico e fantastico dovrebbe essere di 100 euro per ogni azione.
Supponiamo che il prezzo di borsa della stessa azienda sia in quel momento di 150 euro per azione.
Se confrontiamo il prezzo con il valore avremo:
prezzo: 10.000 azioni X 150 euro per azione = 1.500.000 euro
valore: 1.000.000 euro patrimonio azienda / 10.000 azioni = 100 euro ad azione
Se mettiamo in rapporto il prezzo con il valore otteniamo il Price/Book Value con questo breve calcolo:
(150 euro X 10.000) / 1.000.000 = 1.5
Quando vediamo un titolo che presenta un Price/Book Value superiore a 1 vuol dire che il mercato anticipa una crescita degli utili e delle prospettive di quell’azienda.
Al contrario se il rapporto è inferiore a 1 è probabile che l’azienda sia in difficoltà.
Questo rapporto è utilizzato anche per valutare se una azienda è sottovalutata o sopravalutata.
Un valore di questo rapporto sotto 1 indica una sottovalutazione, un rapporto molto sopra 1 la possibile sopravalutazione.
Quando il prezzo di una azione scende sotto il valore dell’azienda stessa quindi cosa significa?
Per assurdo vorrebbe dire che acquistando tutte le azioni presenti sul mercato diventerei il titolare di quell’azienda e potrei venderla immediatamente guadagnando sulla differenza.
Assurdo vero?
Perché il prezzo è quello che paghi, il valore è ciò che ottieni.
Ora portiamo lo stesso ragionamento su qualcosa che ci capita tutti i giorni.
La distinzione tra valore e prezzo va fatta anche per gli oggetti che acquistiamo ogni giorno.
Il prezzo di un’auto è dato dal costo della manodopera più il margine di vendita; il valore è ciò che in noi, in maniera soggettiva, genera l’acquisto di quella determinata auto.
I materiali di costruzione di una Panda o di una Ferrari sono sicuramente differenti, ma oltre ad essere differente il prezzo, cambia soprattutto il valore soggettivo che percepisce chi vuole possedere una rossa fiammante.
Il prezzo di un iPhone da 1.500 euro per alcuni è esageratamente alto, per altri invece genera un valore soggettivo e vede in quei 1.500 euro un oggetto che produce stati d’animo positivi o soddisfa particolari esigenze.
Valore e prezzo andrebbe considerato anche nei gesti meno tangibili.
Investire tempo – prezzo – in studi specialistici, lavorare di più o più intensamente, può dare maggiore soddisfazione nel futuro – valore -.
Se non si riesce a risparmiare, ad esempio, è perché non riusciamo a dare un prezzo a quella azione ed attribuirne un valore futuro.
Ma se provassimo a dare un prezzo a un comportamento, come risparmiare, ed associargli un valore futuro, che potrebbe essere la nostra serenità economica e finanziaria, potrebbe diventare più razionale dedicarvi maggiori energie.
Siamo disposti a spendere 50.000 euro per un’auto che rivenderemo a 10.000 euro tra 5 anni con una perdita certa di 40.000 euro, ma non siamo disposti ad investire e risparmiare se abbiamo l’incertezza di perdere 1.000 euro.
Siamo disposti a spendere 3.000 euro per una vacanza di 7 giorni, 500 euro per una notte in un bellissimo hotel, 10.000 euro per un orologio, ma non siamo disposti a spendere 400 euro per stipulare una assicurazione contro gli infortuni e la malattia.
Giudichiamo un corso di formazione caro, con un prezzo troppo alto, quando magari quel corso potrebbe darci le basi per risparmiare (o guadagnare) migliaia o decine di migliaia di euro.
Prezzo e valore possono essere soggettivi ma varrebbe la pena capire veramente se il valore che gli attribuiamo è frutto di una preclusione mentale o se invece abbiamo valutato tutte le opportunità nell’insieme.