Parliamo di Elon Musk, come se in questi giorni non se ne sentisse abbastanza parlare.
È forse uno degli uomini più chiacchierati di questi ultimi anni, quasi come una Rockstar.
Visto le ultime decisioni che l’imprenditore sudafricano sta prendendo, ci sarebbe davvero tanto di cui parlare.
Ma tralasciando il discorso Twitter, dove ogni giorno trova il modo per far parlare di sé, è sempre stato un personaggio originale, con una storia singolare, che ha delle idee geniali, ma che ultimamente dice e fa cose discutibili.
In particolare, sin dall’inizio della bullrun crypto, Musk si è sempre proposto un po’ come padrino, come portabandiera, della blockchain.
Prometto che in questo articolo non troverai un discorso da investitore da strapazzo sulle cripto. Piuttosto una mia riflessione sulla tendenza, molto umana, alla ricerca della via più breve, più semplice, della scorciatoia a discapito del saper riconoscere e perseguire il valore reale.
Tornando ad Elon Musk ricordo con molta simpatia, all’inizio dello scorso anno, la campagna che permetteva il pagamento in Dogecoin di alcuni prodotti Tesla, tutt’ora attiva.
Dogecoin è una memecoin, ovvero un token digitale nato per scherzo, inizialmente senza un progetto di alcun tipo.
Nonostante questo, nell’arco di 5 mesi dall’inizio della bullrun crypto, Dogecoin ha fatto la bellezza del +722.289.08% arrivando a valere circa 0.60€ per poi ridimensionarsi in maniera importante.
Movimenti come questi, sono stati caratterizzanti anche per molte altre cripto, magari meno chiacchierate, ma pur sempre realizzando numeri da capogiro.
È anche grazie tali a meccanismi che in questi due anni si sentiva quasi periodicamente parlare del giovanissimo milionario che aveva fatto fortuna con le crypto o magari ti ritrovavi a cene e feste dove il conoscente che seguendo il tal guru, senza alcuna preparazione e senza mai aver investito in altro, aveva fatto un 10x sul capitale.
Dopo tanti anni che risparmi e investi diligentemente, per quanto irrazionale, ti rode un po’ vederti superare, almeno sulla carta, dall’ultimo arrivato. Pensi di non essere stato abbastanza bravo, abbastanza sul pezzo. Magari, sotto sotto, persino ti penti di esser rimasto sui tuoi passi e non aver seguito il trend del momento.
Quando vediamo persone che fanno un sacco di soldi senza avere strategie e capacità intellettuali, anche se dentro di noi sappiamo che c’è qualcosa che non va, siamo tentati. Siamo tentati dal correre più rischi, a tentare il “o la và, o la spacca”, in fondo la via veloce per qualcuno ha funzionato, perché non dovrebbe funzionare anche per noi?
Esiste una legge fisica naturale per la quale ogni cosa nell’universo tende, in generale, all’equilibrio.
L’equilibrio si ristabilisce sempre anche nei mercati finanziari, anche quando ci sono anomalie, con il sistema che nel lungo periodo torna alla sua media per il principio della mean reversion (come ne scrivo approfonditamente anche nel mio libro al capitolo 3).
Per quanto riguarda le criptovalute, ad esempio, sebbene non conosciamo il futuro, al momento l’equilibrio ha riportato la situazione ad un profondo rosso dopo precedenti fuochi d’artificio.
Non traggo nessun godimento dal crash delle criptovalute, anzi, considerando che un piccolissima quantità è presente anche nel mio portafoglio investimenti e la tecnologia alla base, la blockchain, è comunque fonte di grandi innovazioni.
Il problema vero nasce invece dalla falsa promessa di far soldi con poca fatica, senza rischi, seguendo alcune dritte per ottenere profitti pazzeschi.
Ha dato il via ad una spasmodica ricerca, più o meno conscia, della strada più facile, della scorciatoia, imbellettandola con seducenti promesse di tecnologie all’avanguardia.
Cosa che ha fatto, in modo simile, tutto il comparto delle quotate sul tech dove il Nasdaq nel 2022 ha perso quasi il 33% e il famoso fondo Ark Innovation è arrivato a perdere quasi il 70% (guarda il grafico e poi dimmi se il mean reversion non è eloquente come lo descrivo).
Tuttavia, come abbiamo visto, le crypto non sono sempre il cavallo vincente, se non per pochi.
La verità, come ripeto spesso, è che per diventare ricco senza lavorare, per quanto dura e cruda come verità, esistono solo 3 modi:
- Vincere alla lotteria o simili
- Diventare eredi di una fortuna, meglio se senza fratelli con cui dividere
- Sposarsi con un partner molto ricco
A discapito del mio tono, che ti potrà sembrare ironico e irriverente, questi tre modi sopracitati sono davvero gli unici modi reali per diventare ricchi senza lavorare.
Se ci pensi non sono nemmeno così infattibili e distanti dai casi che giungono alle orecchie dai mass media.
Tuttavia, oltre ad avere molte criticità, c’è un problema di fondo che li accomuna: nessuno di questi modi sono dipendenti interamente dalla tua singola volontà, ma sono estremamente legati a delle variabili randomiche. Vuoi davvero affidare la tua situazione finanziaria alla fortuna?
Se desideri diventare ricco e con quella ricchezza realizzare i tuoi obiettivi, allora è importante che tu prenda in mano il controllo della tua vita finanziaria.
Analizziamo comunque entrambe le possibilità: quella della vincita e quella dell’eredità.
Tornando al discorso cripto, andare alla ricerca dei cosiddetti pump, ovvero le esplosioni verticali di prezzo tipici delle shitcoin o memecoin a bassa capitalizzazione è esattamente come vincere alla lotteria, ma più adrenalinico, come in un videogame.
È ciò che farebbe un opportunity seeker, in gergo coloro che sono sempre alla ricerca dell’ultima tendenza per poterla sfruttare. Non che ci sia nulla di male in tutto ciò, ma saper prendere dei rischi di tipo più speculativo è una professione vera e propria ed è sicuramente una figura ben lontana da quella di un investitore.
C’è poi un secondo problema, più nascosto: una volta acquisita (e non accumulata) la ricchezza sei sicuro di riuscire a mantenerla?
In tutti e tre i casi passeresti dalla tua situazione attuale a essere N volte più ricco tutto d’un colpo e non grazie ad un processo di accumulo avvenuto nel tempo. Una ricerca sul Mental accounting del premio Nobel per l’economia Richard Thaler dimostra che la propensione al rischio cambia completamente in funzione della fonte da cui proviene il denaro.
Ovvero la nostra mente distingue tra i soldi guadagnati col “sudore della fronte” e i guadagni piovuti dal cielo. I primi sono da spendere in modo oculato. I guadagni facili, invece, possono essere usati per investimenti folli, acquisti pazzi e spese illogiche.
Questo è uno dei motivi per cui, come confermato dallo studio di Jordan J. Ballor, chi vince alla lotteria perde tutto entro due anni.
Ma nemmeno gli eredi delle grandi famiglie se la passano meglio: uno studio della società William Group ha rivelato che il 70% dei patrimoni familiari si è esaurito entro la seconda generazione e il 90% entro la terza.
Potremmo dire che quindi la ricchezza non è tanto un obiettivo, quanto un processo, un percorso che ci porta a crescere come persone e che questa crescita sia imprescindibile, senza la quale non potremmo mai pensare di raggiungere alcun tipo di obiettivo finanziario.
Dunque, non possiamo cercare scorciatoie: non esistono!
Se cerchi delle scorciatoie o degli espedienti per diventare ricco velocemente o senza troppi sforzi, quasi sicuramente fallirai.
Ma ti do anche una buona notizia: paradossalmente i segreti per diventare una persona ricca non sono segreti.
Sono cose che tutti sanno, ma che (quasi) nessuno è disposto ad applicare.
- Il tempo
Come cantavano agli inizi del nuovo millennio i Morcheeba “Rome Wasn’t Built in a Day” ovvero Roma non è stata costruita in un giorno.
Il che significa che le grandi cose richiedono tempo. Questo come in tutto. Specialmente nel mondo finanziario.
Smettiamola di cercare le strade facili, di essere dei cercatori di unicorni. Le soluzioni nuove che ci appaiono estremamente furbe, più semplici e più rapide sono il biglietto in prima classe per il fallimento. Le opportunità esistono per tutti, ma quelle vere si guadagnano, con il lavoro, e si colgono con la preparazione.
- Il lavoro
Ti linko la lista delle dieci persone più ricche secondo Forbs sono tutti imprenditori. Consultando una ad una la loro carriera possiamo notare come siano diventati miliardari, lavorando duramente.
Quindi come pensi di diventare ricco con poco sforzo? (altrimenti c’è un’altra ricerca sui 30 Forbes under 30 – che si basa sul sarcasmo ma non è distante dalla verità, dove la vera carriera di questi giovani super talentuosi deriva da una routin giornaliera da Rambo e dall’aver il padre che possiede una azienda Tech….)
Questo non significa che bisogna necessariamente diventare imprenditori ma, come dimostra la storia di Ronald Read, bidello americano che quando morì lasciò un’eredità di 8mln di dollari, bisogna semplicemente avere un piano ben strutturato nel lavorare, risparmiare e investire.
- Il valore
La ricchezza è generata dai soggetti che immettono valore nel mercato, come le aziende e i soggetti che forniscono beni e servizi. Vai alla fonte che produce valore se vuoi essere sicuro di mettere i tuoi soldi in cose che abbiano un valore reale.
Più scegli strumenti distanti dalla fonte, ovvero meno legati a qualcosa che produce valore, più saranno speculativi, difficili da analizzare e valutare.
In ambiti dove si sale e si scende, periodicamente e senza sicurezze, come nei mercati, se seguire i trend può portarti dei risultati esplosivi nel breve termine, nel lungo termine sarà una scelta molto più vincente concentrarsi su ciò che ha sempre valore. Esiste il value investing non il fortune investing.
Per concludere, credo, che guadagnare senza far niente, o almeno con un minimo sforzo è già di per sé una contraddizione. Per definizione i risultati non arrivano senza sforzo.
Il percorso che dobbiamo compiere per arrivarci è composto dal nostro reddito, i risparmi e gli investimenti. Percorso che per essere il più efficace possibile dev’essere pianificato con intento e ottimizzato.
La forza è la nostra persona: le nostre caratteristiche, le nostre conoscenze, tutti i fattori personali su cui abbiamo controllo.
Dal momento che abbiamo degli obbiettivi abbiamo il dovere di massimizzare questi aspetti su cui abbiamo il controllo per non lasciare nulla della nostra vita finanziaria al caso o alla fortuna.
La fortuna non esiste negli investimenti, esiste l’aver capito e anticipato un trend, esiste l’aver visto una promessa in un business model innovativo e così via, ma questo si può fare e capire, solo grazie ad una grande preparazione.
Preparazione che non nasce dal genio, ma richiede tempo e studio.
Si dice spesso che chi ha fatto fortuna si è trovato nel momento giusto al luogo giusto.
In realtà esistono pochi casi in cui questo evento sia stata fortuna, nella stragrande maggioranza dei casi chi si è trovato nel momento giusto nel luogo giusto è perché ha fatto in modo di trovarsi lì, grazie alle sue conoscenze e capacità.
Come direbbe Taleb “tutti i ricchi sono fortunati, non tutti i fortunati sono ricchi”.
Focalizziamoci quindi sulle cose di valore, sulle cose importanti, sempre valide nella finanza e non sui trend del momento.
Articolo scritto con il contributo di Margherita Mai Houng Piazza – studentessa laureanda in Economia e Finanza (CLEF) – Università di Reggio Emilia e Modena
Grazie per aver letto.
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