L’evoluzione del mercato è affascinante. Su tutti i fronti.
Il mercato inteso come tutto ciò che si può comprare e vendere.
Chi avrebbe mai pensato che un giorno, una delle maggiori società nel settore alberghiero, sarebbe stata una realtà che non è proprietaria di nessun immobile (Airbnb) oppure che si potesse noleggiare l’automobile a lungo termine anziché acquistarla? Oppure ancora che avremmo avuto in circolazione una valuta per i pagamenti come Bitcoin (attualmente ancora non completamente regolamentata) diversa dalle divise euro, dollaro, ecc ?
Dietro ad ogni invenzione esistono aziende che vogliono cambiare il mondo, creare tendenze e rivoluzionare le nostre abitudini.
Queste aziende sono poi, il più delle volte, quotate in borsa e il successo del loro modello di servizio o prodotto offerto, determina l’andamento della loro quotazione sui mercati.
Una delle rivoluzioni più impattanti degli ultimi anni è sicuramente quella della blockchain di cui avevo parlato già a novembre 2020 in questo articolo.
Questa tecnologia è alla base del bitcoin e del sistema di scambio di informazioni tramite “catene di blocchi” univoche e sicure.
Un altro impiego della blockchain che sta avendo molta rilevanza negli ultimi mesi è quello che riguarda gli NFT – i non-fungible token.
Di fatto, senza scendere troppo nel tecnico, gli NFT non sono altro che la versione digitale di tutto ciò che si può comprare o vendere che viene trasformato, per mezzo dell’utilizzo della tecnologia blockchain, in una versione unica ed univoca.
Se pensi ad un quadro d’autore, ad una opera d’arte, ad un brano musicale famoso, ad un tweet o una immagine Jpeg, possono essere trasformate in NFT ed essere vendute come unica versione digitale del prodotto dalla quale deriva.
Questi “gettoni crittografici” permettono di riconoscere il bene e darvi la rarità oltre che univocità del bene digitale.
Essendo quindi unici, tramite un certificato, si possiede la versione digitale del bene e viene tracciata nel tempo la proprietà dello stesso.
La differenza tra possedere una immagine scaricata semplicemente da internet sul computer o possederne la proprietà digitale tramite NFT della stessa immagine è la possibilità di affermare “al pubblico” che quell’immagine è di tua proprietà.
Da questo ne può derivare anche la possibilità di incassare una commissione, tramite apposite piattaforme, ogni volta che viene passata, scaricata e venduta quella immagine che è di tua proprietà.
Considera che un report di BNP-Paribas evidenzia come le transazioni nel mercato NFT nel 2019 sono state per 63 milioni di dollari, per 250 milioni nel 2020 e con valori in crescita per l’anno 2021.
Ti basti sapere che anche le case d’asta Sotheby’s e Christie’s curano audizioni su NFT.
Alcuni esempi di transazioni su NFT e relativi importi pagati:
- Opera digitale dal nome “Everydays: The first 5.000 days” dell’artista americano Beeple battuta da Christie’s per 69 milioni di dollari
- Crypto figurine digitali chiamati Cryptopunk che rappresentano immagini in pixel vendute a una media di 61.000 dollari l’una
- Il primo tweet della storia, pubblicato dal suo fondatore Jack Dorsey (fondatore appunto di Twitter) venduto ad una asta di beneficienza per 3 milioni di dollari
- Un video musicale di 36 secondi realizzato dal musicista Steve Aoki in collaborazione con un illustratore 3d Antoni Tudisco venduto per 900 mila dollari (cioè 25.000 dollari per ogni secondo, pazzesco!)
Evidentemente c’è qualcosa di interessante nel settore. Il mercato, le quotazioni e le transazioni sono in aumento anche se molto correlate al prezzo delle criptovalute alle quali gli NFT sono molto sensibili.
Attenzione alla bolla.
A priori non si può mai sapere se un mercato o un settore sia in bolla o no.
Quello che però è certo è che, sebbene la tecnologia sia rivoluzionaria e sicuramente utile per diversi scopi, ci sarà qualcuno che potrebbe farsi ingolosire da guadagni facili e in breve tempo.
Qualcuno potrebbe pensare che con qualche operazione senza “rischio” potrebbe diventare ricco e milionario.
Io vorrei però farti riflettere sul fatto che, probabilmente, chi arriva a spendere centinaia di migliaia di dollari in queste cose non dovrebbe avere problemi economici nel mandare i figli a scuola.
Tantomeno non dovrebbe mancargli un tetto sulla testa, non dovrebbe avere mutui e relative difficoltà nel rimborsare la rata mensile o il finanziamento sulla macchina.
Se hai un capitale di centinaia di migliaia o miliardi di dollari, togliersi qualche sfizio (seppur digitale) o tentare una speculazione, non fa male.
Come potrebbe valere la stessa considerazione per una famiglia o investitore normale che dovesse decidere di dedicare l’1/2/5% del proprio capitale a speculazioni in criptovalute, NFT o azioni singole che possono ritenersi meritevoli.
Non vale invece la pena rischiare di depauperare un capitale in nome della speranza di diventar ricco, senza alcun fondamento aggiungo, con operazioni “all-in” come fossimo al casinò.
Questo tipo di comportamento potrebbe essere categorizzato in ludopatia e va curato, perché potrebbe portare a gravi e seri danni economici.
Ogni tipo di investimento deve essere valutato nei suoi rischi/benefici ed allocandoci il giusto capitale che permette di rimanere sereni in qualsiasi eventualità potrà presentarsi.
Altrimenti investire diventa peggio del non far nulla, ma soprattutto non si chiamerebbe più investimento bensì speculazione.