il 27 maggio 2020 è stato reso noto il piano Europeo per la ripresa da 2.400 miliardi.
Servirà l’unanimità dei 27 paesi membri per la definitiva approvazione ma a questo punto, a parte qualche resistenza dei soliti noti, i vari pacchetti di sostegno stanno proseguendo nella direzione giusta.
L’ultima misura di cui si parla è un piano di aiuti da 500 miliardi a fondo perduto e di 250 miliardi di prestiti.
Quest’ultimo piano, che si aggiunge al Recovery Fund, al Mes, e allo Sure, sarà denominato Next Generation.
Il nome è proprio incentrato a far percepire che per la prima volta dopo 70 anni forse si è arrivati ad una effettiva condivisione di una politica fiscale in supporto ai singoli Stati proprio per il supporto delle future generazioni Europee.
I piani di rimborso dei prestiti saranno agevolati nelle condizioni e nelle tempistiche, con una data di partenza non prima del 2028 e un rimborso totale non oltre il 2058 rispettando gli impegni e gli obiettivi ai quali saranno indirizzate queste risorse.
La misura di sostegno all’Italia sarà probabilmente nell’intorno del 16% del Pil.
La sfida e l’impegno più importante sarà che vengano utilizzati e gestiti nella maniera corretta in modo da portare un effettivo beneficio ed impatto reale.
Tutte queste riforme e sostegni fanno pensare che lo spauracchio della patrimoniale che tanti di noi possono aver immaginato o presagito sia oggi (oggi 1 giugno 2020) molto distante dall’essere introdotta.
A questo punto però, se possiamo pensare di aver “scampato un pericolo”, sarebbe opportuno mettere in atto dei comportamenti o ragionamenti che ci aiutino di mettere al sicuro il più possibile il patrimonio per gli eventi futuri.
Se da un lato l’eventuale patrimoniale sarebbe una riforma di cassa istantanea (che come detto sopra non dovrebbe a questo punto rendersi necessaria), può essere molto più probabile che vengano portate avanti riforme strutturali che sono sul tavolo da molti anni.
Due tra tutte sono la riforma del catasto e la riforma della legge sulle successioni.
In entrambi i casi, in Italia, il trattamento fiscale sulle proprietà e in materia successioni, sono troppo datati (ad esempio il catasto Italiano è datato 1939) e quindi anche le imposizioni creano eterogeneità in ambito Europeo e, a maggior ragione sul tema successioni, ci fanno figurare tra i paradisi fiscali (non è una battuta).
Non entro nel tema immobili ma ad esempio in materia successioni ci sono tantissime soluzioni da poter adottare per tutelare al meglio i propri cari e riservando loro il miglior trattamento fiscale.
Per quanto riguarda invece il patrimonio mobiliare (i soldi in banca per capirci) se torniamo indietro nel tempo possiamo ricordare la Legge Amato che prelevò il 6 per mille del controvalore dei saldi di conto corrente e assimilati con una Legge approvata il 11/07/1992 ma applicata retroattiva ai saldi del 09/07/1992 per evitare la fuga dei capitali.
Se quindi ho adottato le soluzioni adatte per il trasferimento di patrimonio in caso di premorienza e sono in ordine con il patrimonio immobiliare devo opportunamente ragionare sul patrimonio liquido ed investito.
Come detto sopra al momento non è in considerazione una patrimoniale ma alcune voci di corridoio continuano a far emergere il desiderio di applicare aliquote anche importanti alla ricchezza degli Italiani.
Come ho già scritto in precedenti articoli il risparmio degli Italiani è considerevole e ancora di più gli Italiani detengono moltissima liquidità depositata sui conto correnti.
Va da sé che sarebbe molto semplice applicare un prelievo sulla liquidità disponibile.
Non si vuole creare allarmi tanto meno sono qui per dire che si debba per forza investire tutto il patrimonio disponibile per tenere solo pochi spicci sul conto perché non è questa la soluzione.
La soluzione però è quella di andare a ridurre un potenziale rischio, come quando diversifico nel mio portafoglio.
Se i benefici della diversificazione li abbiamo già affrontati varie volte, in questo caso la diversificazione può andare a ridurre la possibilità che in caso di applicazione di un Decreto di prelievo mi faccia trovare impreparato.
Quindi gli strumenti a disposizione, strumenti di liquidità, fondi monetari o obbligazionari, piani di accumulo, polizze di Gestione Separata o polizze di Investimento, vanno a ridurre percentualmente i rischi di vedermi un prelievo su tutto l’eventuale patrimonio (riduco il rischio, non lo annullo).
C’è da aggiungere che se nell’arco di tempo di 10 anni, statisticamente, un portafoglio può rendere dall’1% al 10% annuo (dipende dalla componente azionaria ovviamente) evitando di fare retorica sulla protezione dal rischio inflazione, andrei quasi a controbilanciare un eventuale tassa che potrebbe venire applicata.
Esempio pratico:
Se ho 100.000 euro che dopo 10 anni sono diventati 110.000 euro, se domani mi applicassero una tassa patrimoniale del 10%, sarebbe sicuramente una esagerazione, ma sarei riuscito quasi a coprire almeno l’esborso delle tasse.
In conclusione quindi non esistono scelte giuste o sbagliate, esiste sempre la scelta corretta soggettiva, che deve essere quella che mi permetta di stare più tranquillo al verificarsi del maggior numero di eventi non previsti.
La mia strategia ad esempio, e concludo, è quella che oltre a cercare di risparmiare, investire e lavorare, mi ha portato a stipulare una polizza sulla mia vita ed infortuni.
Non vuol dire che io desideri rimanere invalido o venire a mancare, vuol dire che cerco il più possibile di coprirmi da eventi che non posso controllare.