In base a quanto fa notizia un particolare argomento viene più o meno battuto dai mass media, come al solito.
Non conta l’importanza della notizia ma “l’effetto vendita” e per questo motivo continuerò sempre a ripetere che le fonti vanno scelte in maniera accurata.
Alcune volte le notizie, oltre che apprenderle fine a se stesse, posso essere utilizzate per imparare o confermare cosa è corretto o sbagliato fare (ovviamente sempre in riferimento al tema finanziario).
Poco dopo la metà di giugno 2020, pochi giorni fa quindi, la società di revisione Ernst & Young si rifiuta di certificare i bilanci di Wirecard: mancano i riscontri su 1,9 miliardi che dovevano essere depositati in rapporti fiduciari nelle Filippine.
Facciamo un passo indietro, chi è Wirecard?
Wirecard è una società tedesca specializzata in tecnologie e servizi finanziari di pagamento. Negli ultimi anni era diventata uno dei principali operatori, prima in Germania e poi nel mondo, per i pagamenti elettronici (per intenderci come lo sono Visa, Mastercard, PayPal, American Express, ecc).
Inoltre era quotata sul Dax dove aveva scalzato addirittura Commerzbank avendo raggiunto una capitalizzazione di borsa maggiore.
Una sua controllata, Wirecard Bank, ha anche la licenza bancaria quindi dovrebbe essere stata sottoposta a controlli ancora più stringenti come quelli riservati agli istituti finanziari, cosa che evidentemente non è avvenuta.
La cosa più curiosa è che già nel 2018 era stato lanciato un allarme da uno studio legale asiatico, poi ripreso dal Financial Times, al quale però erano seguite reazioni della authority tedesca che minacciava cause legali facendo quindi tacere il tutto e senza verificarne i contenuti.
Quindi cosa è successo?
La società che deve certificare i bilanci si rifiuta, aumentano i sospetti, iniziano le velocissime indagini (una società quotata ha obblighi stringenti in temi di trasparenza), si dimette il Ceo (amministratore delegato) che poi viene arrestato e rilasciato su cauzione.
Nel frattempo il crollo di borsa del titolo che passa da oltre 100 euro (nel passato era arrivata anche quasi a 200 euro) agli attuali 2.84 euro circa.
Moody’s, società di rating, ritira il giudizio sulla società.
Si aprono fascicoli importanti per investigazioni criminali, interviene la BaFin (la Consob tedesca), si esprimono con preoccupazione il Ceo di Deutsche Bank, il ministro delle finanze e il ministro dell’economia della Germania.
Intanto anche le obbligazioni precipitano a 14 circa ( le obbligazioni sono normalmente emesse a 100).
Oggi, 25 giugno 2020, il consiglio di amministrazione di Wirecard, ha deciso di presentare domanda per l’apertura delle procedure di insolvenza e indebitamento eccessivo.
L’insolvenza di Wirecard riguarda 3.5 miliardi di euro che comprendono anche 1.75 miliardi presso 15 banche e 500 milioni di titoli obbligazionari.
La questione, molto probabilmente, non subirà sviluppi molto positivi ma sui mercati sono cose che accadono e per quanto dovrebbero esserci controlli adeguati, continuano ad esserci e ci saranno sempre.
Per questo motivo, quando scegliamo una strategia, un investimento, azioni / obbligazione / etf o fondo che sia, è bene ricordare che se sono troppo OVERCONFIDENT e dimentico di applicare la corretta diversificazione un evento spiacevole dal quale posso riprendermi si può trasformare in un tonfo drammatico dal quale ci si potrebbe non rialzare più.