quando pensiamo alle banche e ai rapporti con queste ormai fa parte del nostro vocabolario la parola Mifid.
La prima cosa che ci viene in mente di solito è quel famoso questionario, le serie di noiose domande che la banca ti fa quando apri un nuovo rapporto (è entrato in vigore ormai più di 10 anni fa) che dovrebbero andare a delineare il mio profilo di rischio e attitudine agli investimenti.
Le famose domande, nate per uniformare il mercato a livello Europeo e per aumentare la tutela dell’investitore privato che normalmente ha una conoscenza medio bassa in ambito finanziario, ha anche spesso fallito.
Io continuo a dire che più che aumentare la tutela del risparmiatore (che appunto sappiamo aver fallito in varie occasioni) può avere lo scopo di far aumentare la consapevolezza dell’investitore.
La consapevolezza, proprio questo tema, è il tema principale del nuovo aggiornamento della normativa Mifid, che si chiama Mifid II, entrata in vigore a gennaio 2018.
Questo aggiornamento normativo prevede principalmente la rendicontazione ex-ante (prima di fare le operazioni) ed ex-post (dopo aver fatto le operazioni) dei costi di investimento e prodotto.
La novità più grande quindi è in tema di trasparenza e quindi di conseguenza di consapevolezza.
Questa normativa prevede successivamente un riepilogo di tutti i costi pagati sugli investimenti riferiti all’anno precedente e che viene inviato di solito nei mesi di luglio – agosto.
Questo vuol dire che teoricamente, in queste settimane, dovresti ricevere dalle banche un bel fascicolo (perché purtroppo le banche conoscono poco il dono della sintesi) dove dopo tanti grafici, figure e discorsi si può trovare una tabellina che indica e riepiloga tutti i costi che hai pagato nell’anno 2019 suddivisi per costi ricorrenti, costi per prodotti, costi per servizi, ecc.
Da quanto emerge in un report di MoneyFarm solo il 25% delle aziende di consulenza finanziaria rispetta a pieno gli obblighi normativi, ed anche la facilità di fruizione di questi report è messa fortemente in discussione.
I temi da analizzare quindi dovranno essere questi:
-quanti costi ho pagati in percentuale
-quanti costi ho pagati in valore assoluto
-quanto hanno inciso i costi sulle performance
-qual è il grado di indipendenza della struttura/banca/consulente alla quale mi rivolgo
Se crediamo che ci sia qualcuno che faccia questo lavoro gratis ci stiamo sbagliando, se invece crediamo che questa sia per l’ennesima volta l’occasione per aumentare la nostra conoscenza e consapevolezza dobbiamo sfruttarla.
Il mercato finanziario è uguale per tutti; non esistono previsioni di breve termine certe perché le variabili in gioco sono troppe e fare giusto o sbagliato potrebbe avere le stesse probabilità, semplificando, di tirare una monetina.
Esiste quindi sempre una corretta pianificazione delle esigenze del singolo e la possibilità di operare sul mercato senza conflitti di interesse.
Quando “entro” in banca e mi offrono un prodotto/servizio, o mi chiamano per propormi di cambiare un investimento, la motivazione qual è? E’ il prodotto del mese che devono vendermi o corrisponde alle mie esigenze ed aspettative?