Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria.
Colgo quindi l’occasione per fornire il mio contributo personale andando a chiarire una nozione finanziaria che dovrebbe essere di base ma non scontata.
Cosa sono quindi le obbligazioni (o in inglese bond)?
Normalmente le più conosciute sono le obbligazioni di Stato, i famosi btp, bot, cct ecc ecc.
Titoli molto conosciuti soprattutto da coloro che investivano negli anni 80/90 quando l’inflazione era “galoppante” e i rendimenti erano a doppia cifra.
Le obbligazioni sono quindi titoli di debito (per chi le emette) e di credito (per chi le compra) e rappresentano la forma di finanziamento che l’emittente utilizza per reperire denaro sul mercato in maniera diversa rispetto ai finanziamenti bancari.
Infatti quando le obbligazioni, come scritto sopra, offrivano rendimenti a doppia cifra, anche i mutui in banca avevano tassi altissimi e ci si trovava a pagare mutui per la casa al tasso del 10/12/15%, altro che i tassi attuali vicini allo zero.
Oggi tassi vicini allo zero sui mutui corrispondono però, in un mercato che si dice efficiente e perfetto, a rendimenti sulle obbligazioni vicino allo zero. Sempre di debito si parla, sia che riguardi il mutuo casa della famiglia, sia che riguardi la grande multinazionale o Stato che emette obbligazioni.
Le obbligazioni garantiscono il rimborso del capitale che viene investito alla scadenza dell’obbligazione stessa (salvo fallimento dell’emittente) e durante la vita del titolo viene pagato un interesse predeterminato (le cosiddette cedole).
Le obbligazioni sono tra gli investimenti che rappresentano un più basso rischio ed un basso rendimento normalmente; ci si assume il rischio di impresa detenendo capitale dell’azienda o Stato dove si va ad investire, ma non si partecipa all’andamento aziendale, non si ha diritto di voto e non si può intervenire nei processi decisionali.
A fronte di queste “limitazioni” non si è esposti a perdite in conto capitale in caso di andamento negativo dell’azienda o Stato, salvo il fallimento dell’emittente o in caso di ristrutturazione del debito per determinate situazioni negative intercorse.
Le obbligazioni quotate (perché ne esistono di non quotate per le quali sconsiglio fortemente di investirci) durante la loro vita subiscono però delle fluttuazioni di prezzo. Il prezzo è influenzato proprio dall’andamento aziendale (o dello Stato) e da altri fattori come i tassi di mercato o il rating dell’emittente.
Se ti trovi in una condizione dove, a causa degli eventi sopra indicati, il prezzo di eventuale vendita dell’obbligazione prima della scadenza fosse più basso rispetto al tuo prezzo di acquisto potresti incorrere in una perdita in conto capitale.
Facciamo un esempio:
Acquisto un titolo di Stato a 100 (100 è il valore che viene indicato per l’emissione alla pari, cioè allo stesso prezzo al quale verrà anche rimborsato a scadenza) della durata di 10 anni e in cambio ottengo un interesse annuo dell’ 1%, se durante i prossimi 10 anni il prezzo andasse a 98 e lo vendessi prima della scadenza avrei incamerato una perdita di 2; se lo tenessi fino alla scadenza invece verrà rimborsato 100.
Le obbligazioni possono essere di diversi tipi:
- Tasso fisso: il tasso è predeterminato all’emissione del titolo e rimane per tutta la durata del titolo stesso
- Tasso variabile: il tasso varia in base a parametri già determinati all’inizio del titolo
- Tasso misto: una struttura di pagamenti interessi con un meccanismo misto, come ad esempio i primi anni a tasso fisso e poi variabile per il resto della durata – oppure a step up (cioè tasso crescente) o step down (a tasso decrescente)
- Obbligazioni convertibili: obbligazioni particolari che permettono al possessore o all’emittente, dipende dalle caratteristiche sempre predeterminate, di convertire il titolo obbligazionario in azioni della società emittente o di una sua partecipata
- Zero coupon (o senza cedola in italiano): queste obbligazioni vengono emesse sotto la pari (quindi non più a 100 come indicato prima ma a 90/92/95, ecc. in base al tasso di rendimento che devono offrire
- Subordinate: obbligazioni per le quali il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale è proprio subordinato al verificarsi di determinate condizioni. Normalmente ci può essere la posticipazione o mancato pagamento delle cedole e/o del capitale in caso di difficoltà finanziarie dell’emittente. In base alla rischiosità delle caratteristiche , ordinate dalle “meno rischiose” alle “più rischiose”, insiste ad una obbligazione subordinata possiamo avere le Lower Tier 2, Tier 3, Upper Tier 2, Tier 1
Ne esistono anche di altre tipologie che però oggi sono meno in voga e quindi non mi vado a dilungare.
Questo piccolo excursus serve per dare sicuramente nozioni di base e di accrescimento personale oltre che dimostrare come la finanza, essendo un’industria (perché questo è) sforna tipologie di investimenti e strumenti a volte molto complessi che vanno compresi e studiati.
La regola è sempre la stessa, non investire in qualcosa che non capisci.