Dopo alcuni giorni in cui sono rimasto sul divano come un soprammobile, ho voglia di scrivere alcune mie riflessioni.
La mia routine è ben diversa, di solito, da quella di questi ultimi giorni.
Sveglia alle 6.45 – colazione da campione – fuori in auto verso l’ufficio o clienti – produrre produrre produrre – rientro alle 18:30 circa – allenamento – doccia – cena – letto – repeat.
A parte il classico paragone della vita a quella del criceto sulla ruota, questa routine mi fa stare bene, mi fa sentire organizzato e potente.
Fino a quando arriva una stupida influenza (che poi tanto stupida non è stata anche se non era Covid) che manda all’aria la tua potente routine.
Una stupida influenza che mi ha lasciato a letto 4 giorni completi con un bel febbrone a 39.5° e la voce ad un volume così basso che facevo fatica a sentire anche i miei pensieri.
A parte il primo giorno nel quale non sapevo nemmeno dove fossi (lo sappiamo tutti che gli uomini con qualche linea di febbre è come se fossero in fin di vita, figuriamoci con 39.5°…) i giorni successivi le mie preoccupazioni erano nell’ordine 1. stare meglio; 2. rispondere tempestivamente via WhatsApp e mail ai clienti e contatti; 3. tornare lucido.
Per carità, non ho passato chissà che trauma o che malattia per fortuna, però credimi che, per chi si sente invincibile (si mi sento invincibile, chi non si sente così?), anche un semplice raffreddore che ti costringe a letto per più di un giorno può essere tremendo.
Non ho fatto molto altro in questi giorni a parte pensare e leggere qualcosa.
Ho pensato soprattutto a quanto siamo inutili e senza alcun valore se non abbiamo la salute; e questa è la classica frase che ci dicono i nonni per consolarci.
Di solito funziona proprio così: tu ti lamenti per qualche cosa: un esame andato male, un litigio, uno screzio al lavoro, e la risposta di circostanza è “dai, l’importante è la salute”.
Se ci pensi, questa frase per quanto possa sembrare banale, racchiude il senso della vita.
Perché è proprio vero che quello che conta è la salute, prima di tutto il resto, anche del denaro.
Come ci hanno insegnato alcune personalità tra le più celebri ed influenti degli ultimi decenni, come Steve Jobs e Randy Pausch, che ci hanno lasciato prematuramente nonostante la loro conoscenza e il conto in banca, la salute è l’unica cosa che conta e che non si compra.
O forse possiamo comprare anche la salute?
Proviamo a ragionare insieme.
Non possiamo comprare la salute, come non possiamo comprare l’amore e la felicità, però è possibile trovare una correlazione tra l’aspettativa di vita e lo stipendio.
Stipendi più alti corrispondono normalmente ad uno stile di vita più sano, che ha di fatto aumentato anche l’aspettativa di vita che è passata dai 30 anni medi dell’epoca pre-industriale, a superare i 72 anni (media considerando tutto il mondo).
Ma non è l’unico fattore che ha determinato l’aumento dell’aspettativa di vita media; non è stato solo il crescere del tenore di vita e lo stile di vita più sano ma è stato anche l’aumento globale del livello di istruzione.
Numerosi studi tra cui quello della International Institute for Applied Systema Analysis (USA) e della Vienna University of Economics and Business (Austria) hanno verificato e testato grandi dati raccolti tra il 1970 e il 2015 analizzando le teorie su 174 paesi.
Le aspettative di vita trovano una correlazione forte tra il reddito pro capite e il livello di istruzione.
Un’istruzione più completa sembra essere strettamente correlata con un’esistenza migliore e più lunga: gli scienziati ipotizzano che una cultura più solida possa portare a scelte di vita più salutari ad esempio nell’alimentazione o nella prevenzione.
Quindi i soldi non possono comprare la salute, ma possono comprare tutto il resto per farci stare meglio, giusto?
In effetti è proprio così.
Se non è possibile andare al supermercato ed acquistare qualche kg di anni di vita in più, o qualche barattolo di buona salute, possiamo cercare di sfruttare al meglio le nostre capacità per aumentare le probabilità di avere una salute migliore.
Questo è di per sé proprio lo scopo del denaro, come sai che continuo a ripetere se mi segui da un po’, di garantirci serenità e tranquillità anche nello stato d’animo.
Accumulare denaro per il gusto di accumularlo è forse la cosa più stupida da fare; questo non farebbe altro che generare una spirale viziosa di continua irrequietezza e insoddisfazione senza fine.
Il denaro invece deve avere uno scopo, che può essere l’acquisto di oggetti o il raggiungimento di stati d’animo, di serenità.
Pianificare nel lungo termine normalmente è complicato perché si fa fatica ad immaginare dove saremo e cosa faremo tra 10, 20, 30 anni.
Ma se invece provassimo ad immaginare cosa sarebbe importante tra 10, 20, 30 anni per noi? Perché, ad esempio, potrebbe essere importante per noi, tra 20 anni, poter lavorare con minore intensità; ma come pensiamo di riuscirci senza pianificare finanziariamente questo nostro obiettivo?
Se sai che avere una rendita è una cosa seria, dovrai adoperarti in maniera pragmatica per riuscirci!
O se volessi far studiare i tuoi figli all’università e ti servissero, immaginiamo, 70.000€ per un ciclo di studi (non è una cifra folle, è una stima considerando uno studente fuori sede, fai i calcoli e vedrai che non sbaglio!) hai messo da parte o hai stabilito un piano finanziario per raggiungerlo?
Come vedi non ho parlato di acquistare oggetti, ma ho invece ipotizzato di acquistare maggiore libertà (lavorare meno o con minore intensità) o aumentare la propria cultura o quella dei figli; e questo, se mi hai seguito fino a qui, significa proprio aumentare la probabilità di vivere una vita più lunga e in salute.
Il denaro sembra non essere fondamentale, ma alla fine è alla base di ogni nostra scelta.
Il denaro non può acquistare la salute, l’amore o la felicità, almeno direttamente, ma lo può fare indirettamente.
Ho voluto condividere con te come mi sia sentito profondamente inutile in quei pochi giorni in cui non ho avuto le forze di vivere la mia vita in modo normale, come magari sarà già capitato anche a te.
Senza la salute e la possibilità di sentirci vivi e attivi, non siamo nulla e il denaro in quei momenti non può salvarci.
Dobbiamo prendere coscienza e consapevolezza che il denaro può essere un grande strumento per raggiungere i nostri scopi e la nostra libertà finanziaria, come potrebbe però essere un motivo di oppressione se lo consideriamo con unico scopo di vita.
Sta a noi la scelta!
Grazie per aver letto.
Se ti è piaciuto questo articolo, puoi iscriverti alla mia newsletter!